Giunto al quindicesimo libro dell’avventurosa saga della Vallarsa, Mario Martinelli ci trasporta in una candida Obra, immobilizzata sotto il peso di una spessa e cotonosa coltre di neve, che intralcia gambe e pensieri a uomini e bestie. Sotto un cielo grigio traboccante di fiocchi, il brigadiere Cecchetto e il suo appuntato Masetti cercano invano di farsi una ragione di quella natura sovrabbondante e selvaggia, che non vuol proprio smetterla di ammassar metri di materia bianca sui tetti e sulle strade. E mentre cercano di sciogliere l’intricato caso che coinvolge Alfonso e la sua giovane e avvenente nipote Elsa, si trovano pian piano a sprofondare in un viluppo di indizi strani e contraddittori, che li rimandano a ipotesi sconcertanti che mai avrebbero pensato di prendere in considerazione.
Libro giallo venato di conturbanti sfumature gotiche, “Lo strano inverno del brigadiere” coinvolge il lettore in una trama inaspettata, che rimanda a leggende che si perdono nella notte dei tempi…
“...Il brigadiere si sgranchì le gambe e si avvicinò alla finestra: fuori era tutto un buio impenetrabile. Si sentiva il vento che strigliava la montagna e il paese, e con l’immaginazione si vedevano gli alberi piegarsi e poi subito rialzarsi, e via di nuovo in una infinita danza degli inchini. Chissà dove sono i lupi in questo momento, pensò il brigadiere. E per un istante s’immaginò di andare a caccia di quelle belve; ho l’occhio ancora buono, si disse, e forse farei una bella figura a rientrare in paese con una tale preda. Peccato solo che in questa valle, di lupi non se ne avvistassero più. Si doveva risalire all’altro secolo, stando a quanto dicevano gli anziani: allora c’erano più bestie che uomini. I boschi, oltre che di lupi, rigurgitavano di volpi, linci, orsi, gatti selvatici, ed era presente anche qualche strano essere, né uomo né animale, appartenente alla mitologia alpina...”
Mario Martinelli vive a Obra, sulle pendici delle Piccole Dolomiti di Vallarsa. Narratore autentico, consapevole praticante della montagna, con i suoi testi schietti e intensi ci mostra la via che, attraverso la montagna, conduce alla conquista di una dimensione interiore espansa, fatta allo stesso tempo di una profonda conoscenza di sé e di una sobria percezione del proprio limite, in armoniosa comunione con le possenti forze della natura. |